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aiuti de minimis con trappola
06 dicembre 2010 alle 11:12:01


Cade un’altra tegola sulla legge «salva-agricoltura», approvata dalla Regione dopo un durissimo braccio di ferro con i pastori e immediatamente bollata da gran parte delle associazioni di categoria come «insufficiente, umiliante, truffaldina». A lanciarla è Efisio Arbau.  «I contributi de minimis - denuncia il leader della Base - banditi alla fine di novembre (le domande vanno presentate entro il 13 dicembre - ndr), non potranno essere assegnati a chi ha contenziosi previdenziali aperti. E dunque alla gran parte dei lavoratori di un settore che ha situazioni storicamente “complicate” in materia».  L’ex sindaco di Ollolai, che proprio alle vertenze sulla pastorizia portate avanti a partire nel 2003 deve la sua prima notorietà, torna dunque al fianco dell’ala «dura» dei pastori (il pacchetto di aiuti è duramente contestato da Coldiretti, Cia e soprattutto Mps) per attaccare: «Una scelta sbagliata, inspiegabile, illecita».  A finire alla berlina è il bando «per il sostegno al comparto ovicaprino» e in particolare i requisiti per l’ammissione ai de minimis. Requisiti che non comprendono chi non è in regola con il pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali e ha riportato condanne negli ultimi cinque anni.  Per i non addetti ai lavori sembrerebbe prassi ordinaria: «Ma non per chi conosce bene il settore - spiega Arbau -. Ed è per questo che una previsione simile non esiste per nessun altro aiuto agricolo europeo. In campo previdenziale esistono, infatti, una marea di contenziosi che di fatto impediscono qualsiasi regolarizzazione. La situazione riguarda la maggioranza delle nostre aziende ed è riferibile a pregresse gestioni dell’ente previdenziale che non ha fornito ai pastori neanche i dati dell’effettivo indebitamento». «La causa di esclusione - spiega Arbau - è, peraltro, illegittima poiché il diritto al contributo è un interesse legittimo che prescinde da qualsiasi situazione contributiva e previdenziale».  Da qui l’invito di Arbau a tutti i potenziali «esclusi» a fare comunque domanda, e l’offerta del patrocinio legale gratuito per gli eventuali ricorsi al Tar. «Il nostro movimento - attacca Arbau - ha già avuto modo di commentare, articolo su articolo, il provvedimento che ha di fatto vanificato le aspettative dei tanti pastori che nei mesi scorsi hanno manifestato le difficoltà del settore. Chiedevano un piano agricolo per superare la crisi e disegnare la nuova agricoltura ed hanno ottenuto la miseria dell’assistenza senza nessun progetto per il futuro. Questo nonostante la domanda di prodotti alimentari aumenti nel mondo e la potenziale capacità produttiva delle nostre aziende». «Ora vengono fuori i criteri di riparto del bando - attacca Arbau -. Hanno inserito anche i dopolavoristi con 35 pecore e penalizzato i pastori costituiti in società. Ma soprattutto a fare orrore sono le cause di esclusione previste. Una vera vergogna su cui la Regione deve immediatamente fare marcia indietro».

Giovanni Bua  fonte nuovasardegna.it

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