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CROCIFISSO AL MONTE PER PROTEGGERE OLLOLAI
27 agosto 2012 alle 08:49:34


Si conclude oggi la festa di San Bartolomeo con un solenne inaugurazione e benedizione della scultura marmorea del crocifisso di Ollolai, installata sulle pendici della montagna di San Basilio. Una statua alta più di tre metri, che raffigura quel crocifisso che si portarono appresso i frati francescani di Ollolai, accusati ingiustamente di infanticidio, nel 1490 per cui dovettero fuggire per evitare l’ira popolare. E nel corso della fuga portarono via, appunto, il prezioso e venerato crocifisso ligneo che finì nel convento di Santa Maria Maddalena di Silì, dove rimase fino alla seconda metà del XIX secolo. Alla fine dell’800, però, il parroco di Santa Giusta, con i proventi di una colletta popolare, ha acquistato il crocifisso e lo ha sistemato nella basilica dove ancora oggi lo si può ammirare e venerare.

La storia è lunga ma si evince dal racconto che fa Tonino Bussu, presidente dell’associazione culturale Paris che ha fatto le ricerche per ritrovare il crocifisso scomparso. Anche perché gli ollolaesi hanno sempre parlato di questa statua. Ma non sapevano di preciso dove fosse andata a finire. «Solo nel 2007 – racconta Bussu – grazie all’impegno dei dirigenti dell’associazione Paris e a varie altre fortunose coincidenze, ci si recò a Santa Giusta, si parlò con l’allora sindaco Antonello Figus e con il parroco Paolo Ghiani e, d’accordo con le più alte autorità religiose, si convenne di riportare il crocifisso, per un breve periodo, a Ollolai. Ma l’attaccamento degli ollolaesi a questa sacra immagine – sottolinea Bussu – è così forte che un gruppo di compaesani emigrati nel Lazio e nella Toscana propose di realizzare una statua marmorea che riproducesse in grandi dimensioni quel crocifisso. Ora la statua è pronta ed è stata posta in un punto strategico che sovrasta l’abitato. Ma questa sacra scultura, oltre che rappresentare la Crocifissione, d’ora in poi sarà anche il simbolo del vincolo stretto e caloroso che lega la comunità di Ollolai con i suoi figli emigrati per il mondo».

All’inaugurazione, stamane alle 11, organizzata dall’associazione Paris, con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna e la collaborazione del gruppo promotore degli emigrati in Lazio e Toscana interverranno numerose autorità civili e religiose. Officeranno la cerimonia il vescovo di Nuoro, Mosè Marcia, l’arcivescovo di Oristano Ignazio Sanna e il già vescovo di Nuoro Pietro Meloni e numerosi sacerdoti. Dopo tutti invitati a pranzo nell’agriturismo Palai.

FONTE NUOVASARDEGNA.IT

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